La vita di Chiron raccontata in tre capitoli: dall’infanzia all’età adulta
Per la prima volta nella storia degli Oscar, un film diventa protagonista per un errore in fase di premiazione. Ma, siccome tutto è bene quel che finisce bene, i due autori della gaffe internazionale sono stati licenziati.
Dopo il Golden Globe per il miglior film, Moonlight ha vinto anche l’Oscar come migliore pellicola, oltre a quelli per il migliore attore non protagonista e quello per la miglior sceneggiatura non originale.
Ma ciò non basta a condizionare il giudizio di un normale spettatore come il sottoscritto, che non può definirsi soddisfatto dalla visione del film diretto da Berry Jenkins.
Perché ve lo voglio dire, Moonlight sarà pure carino ed apprezzabile per l’analisi del personaggio protagonista del film, ma la visione non è emozionale, è piatta e non nego che avrei voluto avere un telecomando davanti.
Valutazione: 3,1 su 5 stelle.
Il film
Come già detto nel precedente paragrafo, la vita di Chiron viene raccontata in tre capitoli: infanzia, adolescenza ed età adulta.
Il primo ci propone un bambino di nome Chiron (Alex R. Hibbert; Ashton Sanders; Trevante Rhodes) ma che tutti chiamano Piccolo, che vive le difficoltà comuni a quei soggetti con debole personalità.
Se poi ci mettiamo che ha una madre tossicodipendente (Paula, interpretata da Naomie Harris) e il bimbo è preso di mira dai bulli, allora potete capire quale situazione emotiva possa vivere.
A dargli una mano ci provano Juan (Mahershala Alì) e Teresa (Janelle Monàe), con il primo che lo incontrò per puro caso. La coppia fatica a farlo uscire dal suo guscio di titubanze ed incertezze, e di insegnarli a vivere in questo mondo.
Anche se poi, vedendo lo stato della madre e considerando che vivono in un sobborgo di Miami dove regnano la violenza ed il traffico di droga, non è che si potesse pretendere granché.
Choris cresce, diventa adolescente e le sue difficoltà si amplificano ancora di più. I bulli lo perseguitano, la madre continua a drogarsi, Juan muore e Teresa diventa l’unica persona verso cui rifugiarsi.
In più, Kevin (Janer Pinder; Jharrel Jerome; André Holland), da caro amico com’è, non si sottrae ad un gioco da bulli e lo riempie di cazzotti in faccia.
Chiron, invece di mollargliele di santa ragione, prende una sedia e si vendica su un membro della banda dei bulli che da anni non gli danno respiro. Il risultato finale è l’arresto da parte della polizia di Miami.
E poi arriva l’età adulta. Chiron è muscoloso, ha tutti i denti finti e fa il lavoro più onesto del mondo: lo spacciatore.
Ma il passato oramai dimenticato è pronto a rifarsi vivo a distanza di anni.